14. La pianta perduta

mercoledì 1 febbraio 2012
L’isola in cui si trova Ha­iti e la Re­pub­bli­ca Do­mi­ni­ca­na è un fram­men­to di una delle set­te i­so­le di A­tlan­ti­de. Su que­sto fram­men­to si tro­va la pian­ta di po­te­re che gli an­ti­chi Dei (Lo­ma­ria­ni) do­na­ro­no agli Yper­bo­rei, ai Mu­ria­ni, ai Le­mu­ria­ni e agli A­tlan­ti­dei, af­fin­ché es­si po­tes­se­ro a­pri­re “le por­te della per­ce­zione”.
Dopo la fine di Atlantide, gli an­ti­chi Ma­ya sco­pri­ro­no la pian­ta di po­te­re e per pro­teg­ger­la dai pro­fa­na­to­ri mi­se­ro per o­gni pian­ta un cam­po di for­za (mem­bra­na di e­ner­gia na­tu­ra­le tra­spa­ren­te) ed un Guar­dia­no (guer­rie­ro ma­ya di co­lor oro con det­ta­gli ros­si, fat­to della stes­sa e­ner­gia della mem­bra­na). In pra­ti­ca, il Guar­dia­no pro­iet­ta­va una mem­bra­na tra­spa­ren­te all’al­tez­za dello sto­ma­co d’o­gni sa­cer­do­te ma­ya e ta­le mem­bra­na fun­ge­va da con­te­ni­to­re e­ner­ge­ti­co per il po­te­re della pian­ta. Nel ca­so qual­cu­no ― e­ster­no alla di­scen­den­za dei Ma­ya ― si fos­se im­pos­ses­sa­to del se­gre­to della pian­ta, il con­te­ni­to­re e­ner­ge­ti­co si sa­reb­be ne­ga­ti­viz­zato.
Squarciare i Veli dello Spa­zio e del Tempo
Il 6 maggio 1981 mi venne det­ta­ta una co­mu­ni­ca­zio­ne che ri­guar­da gli An­ti­chi (Lo­ma­ria­ni). Que­sta la co­mu­ni­ca­zio­ne: «Ep­pu­re c’è una Dro­ga che squar­cia i Ve­li dello Spa­zio e del Tem­po, una Dro­ga il cui no­me è na­sco­sto, na­sco­sto sot­to un al­tro no­me. Qua­lun­que co­sa tu fa­rai pur di pos­se­de­re que­sto E­li­sir. È il Gran­de Se­gre­to degli An­ti­chi, è il Se­gre­to che ti può e­le­va­re si­no al piú al­to dei Cie­li o spro­fon­da­re nel piú pro­fon­do degli In­fe­ri. Ma in o­gni ca­so tu sa­rai sem­pre un Dio, un Dio po­ten­te e te­mu­to, e nes­su­no o­se­rà al­za­re la ma­no su di te, poi­ché tu pos­sie­di lo Scet­tro del Dop­pio Po­te­re. I Sag­gi san­no do­ve cer­ca­re e co­sa cer­ca­re, ma non oc­cor­re per­ché il Tem­po è pas­sato».
Sono trascorsi trent’anni e qual­co­sa sta ac­ca­den­do… in una cit­tà (Sá­ba­na de la Mar) della Re­pub­bli­ca Do­mi­ni­ca­na si tro­va una mon­ta­gna e su di es­sa cre­sce la pian­ta di po­tere.
L’alleato dell’ultimo sa­cer­do­te maya
Il 12 ottobre 2011 giunsi nella Re­pub­bli­ca Do­mi­ni­ca­na e im­me­dia­ta­men­te ven­ni cat­tu­ra­to dall’al­lea­to dell’ul­ti­mo sa­cer­do­te ma­ya, mor­to di­cias­set­te an­ni pri­ma. Al ter­zo gior­no della mia per­ma­nen­za, la mia per­ce­zio­ne, per al­cu­ni se­con­di, su­bì un ra­di­ca­le cam­bia­men­to… vi­di al po­sto di Ri­chard un’al­tra per­so­na e co­sí capii che la mia per­ce­zio­ne era sta­ta ma­ni­po­la­ta. Ciò che non ca­pi­vo era co­me fos­se pos­si­bi­le che al po­sto di Ri­chard ve­des­si un al­tro en­te… di ciò non e­si­ste­va te­sti­mo­nian­za nei li­bri di Car­los Ca­sta­neda.
Jenifer
La risposta al mio quesito ar­ri­vò ver­so la fi­ne d’ot­to­bre quan­do co­nob­bi Je­ni­fer che mi rac­con­tò di suo non­no, i­ni­zia­to al se­gre­to della pian­ta di po­tere.
Mi raccontò che all’età di die­ci an­ni le ven­ne som­mi­ni­stra­to un li­qui­do trat­to da una pian­ta che cre­sce a Sá­ba­na de la Mar, in un luo­go sa­cro in ci­ma ad una mon­ta­gna. Da quel mo­men­to i­ni­ziò a ve­de­re un’en­ti­tà che le fa­ce­va pa­ura (l’al­lea­to di suo nonno).
La sua prima esperienza fu quel­la di ve­de­re, se­du­to al po­sto del non­no, un es­se­re dalle lun­ghe ma­ni e dai gran­di den­ti. Que­sto da­to mi per­mi­se di ca­pi­re l’e­spe­rien­za che ave­vo avu­to… un al­lea­to può ma­ni­fe­star­si in qual­sia­si po­sto, an­che coin­ci­de­re con una per­so­na fi­sica.
Poi, mi disse che l’inge­stio­ne del li­qui­do le a­ve­va pro­dot­to un sen­so di fre­schez­za nella zo­na so­pra l’om­be­li­co (mi ri­cor­dai che per tre gior­ni con­se­cu­ti­vi a­ve­vo a­vu­to la stes­sa per­ce­zio­ne, la per­ce­zio­ne della pre­sen­za del con­te­ni­tore).
Inoltre, mi raccontò una vi­cen­da in cui ven­ne coin­vol­ta in un in­ci­den­te auto­mo­bi­li­sti­co… nel mo­men­to dell’im­pat­to l’al­lea­to del non­no si ma­te­ria­liz­zò all’in­ter­no del vei­co­lo per sal­var­le la vita.
Infine, mi raccontò come mo­rì il non­no. Gra­ve­men­te am­ma­la­to non riu­sci­va a mo­ri­re e al­lo­ra ven­ne chia­ma­ta la sua mae­stra che, o­pe­ran­do ma­gi­ca­men­te, gli fe­ce e­spel­le­re il po­te­re della pian­ta… po­te­re ma­te­ria­liz­za­to­si in una for­ma che ven­ne get­ta­ta in ma­re, e co­sí il non­no poté mo­rire.
L’azione dell’Arca dell’Al­le­an­za Ce­leste
L’Arca dell’Alleanza Ce­le­ste ha tra­smu­ta­to le mem­bra­ne e i Guar­dia­ni di tut­te le pian­te di po­te­re che si tro­va­no sulla mon­ta­gna. I Guar­dia­ni e le mem­bra­ne delle pian­te so­no sta­ti tra­smu­ta­ti in e­ner­gia al­che­mi­ca (theerium pla­ti­na­to pla­sti­ciz­za­to in­ten­si­fi­ca­to). Ora, i Guar­dia­ni ma­ya ap­paio­no co­me dei guer­rie­ri extra­ter­re­stri (di co­lo­re pla­ti­no con det­ta­gli az­zur­ri). I­nol­tre, l’Ar­ca dell’Al­le­an­za Ce­le­ste ha tra­smu­ta­to il mio con­te­ni­to­re e quel­li pre­sen­ti in al­cu­ni miei di­sce­poli.
Le tre sfere e le tre en­tità
Il Trasferitore ― strumento e­ner­ge­ti­co crea­to dall’Ar­ca dell’Al­le­an­za Ce­le­ste ― ha crea­to tre sfe­re az­zur­re (theerium li­qui­do az­zur­ro in­ten­si­fi­ca­to). La pri­ma con­glo­ba la se­con­da e la se­con­da con­glo­ba la ter­za. A que­ste tre sfe­re si col­le­ga­no tre en­ti­tà che rap­pre­sen­ta­no: la mor­te, la vi­ta e l’im­mor­ta­li­tà. La pri­ma en­ti­tà è una don­na ne­ra (en­ti­tà di theerium pla­ti­na­to in­ten­si­fi­ca­to di co­lo­re ne­ro); la se­con­da en­ti­tà è un ca­va­lie­re bian­co (en­ti­tà di theerium pla­ti­na­to in­ten­si­fi­ca­to di co­lo­re bian­co) che in­dos­sa un’ar­ma­tu­ra co­lor bian­co e che reg­ge con la ma­no de­stra una lan­cia; la ter­za en­ti­tà è un es­se­re an­dro­gi­no az­zur­ro (en­ti­tà di theerium pla­ti­na­to in­ten­si­fi­ca­to di co­lo­re az­zur­ro) che in­dos­sa una tu­ni­ca di co­lo­re az­zur­ro e che re­ca sul ca­po una co­ro­na di stelle.
La terza entità comunicò a Ti­xian il se­guen­te mes­sag­gio: «Do­mi­nan­do (tra­scen­den­do) la Mor­te e tra­scen­den­do (do­mi­nan­do) la Vi­ta si ac­ce­de al Sa­cro Mi­ste­ro dell’E­ter­ni­tà. Que­sto è il Sa­pe­re e il Po­te­re rac­chiu­so nella Pian­ta dei Lo­ma­ria­ni. Quel sa­pe­re che ap­pre­se­ro A­da­mo ed Eva nel Giar­di­no di E­den. Ora, an­che se la pian­ta scom­pa­ris­se dalla Ter­ra, il suo sa­pe­re e il suo po­te­re non an­dreb­be per­du­to, poi­ché rac­chiu­so nella pro­fon­di­tà delle tre en­ti­tà. Solo tra­scen­den­do gli op­po­sti (il mi­ste­ro delle due Co­lon­ne) si ar­ri­va al ter­zo se­gre­to: l’E­ter­ni­tà, il Tem­pio sen­za tem­po. En­tran­do nel Tem­pio e se­den­do­si sul Tro­no si en­tra in con­tat­to con l’Ar­ca dell’Al­le­an­za Ce­le­ste: la Fon­te dell’E­ter­nità».
L’insegnamento che se ne trae
La pianta di potere è l’al­be­ro della co­no­scen­za del be­ne e del ma­le, ma in que­sto pri­mo al­be­ro è con­te­nu­to l’al­be­ro della vi­ta e nel se­con­do è con­te­nu­to l’al­be­ro dell’im­mor­ta­li­tà. Il pri­mo al­be­ro rap­pre­sen­ta la sa­pien­za della mor­te, il se­con­do rap­pre­sen­ta la sa­pien­za della vi­ta e il ter­zo rap­pre­sen­ta il po­te­re dell’im­mor­ta­li­tà. Per­tan­to la pian­ta di po­te­re rac­chiu­de il tri­pli­ce se­gre­to: mor­te, vi­ta, im­mor­ta­li­tà… ma nel tri­pli­ce se­gre­to vi è un se­greto.
Il segreto del tripli­ce se­greto
Il segreto del triplice se­gre­to è quel­lo dell’a­tem­po­ra­li­tà, l’in­ter­ru­zio­ne del flus­so del tem­po che va dal pas­sa­to (morte) ver­so il fu­tu­ro (vi­ta). So­lo tra­scen­den­do gli op­po­sti ― la mor­te e la vi­ta ― si ar­ri­va al ter­zo se­gre­to: l’e­ter­nità.
L’immagine del triangolo ci il­lu­mi­na: il ver­ti­ce a si­ni­stra rap­pre­sen­ta il pas­sa­to (morte), il ver­ti­ce a de­stra il fu­tu­ro (vita) e quel­lo in al­to il pre­sen­te (im­mor­ta­li­tà). Se dal ver­ti­ce su­pe­rio­re del tri­an­go­lo trac­cia­mo una ver­ti­ca­le ver­so il bas­so, in­ter­cet­tia­mo il cen­tro del la­to alla ba­se. È que­sta l’in­ter­ru­zio­ne del flus­so del tem­po… la se­que­nza mor­te-im­mor­ta­li­tà-vita.
L’esperienza dell’a­tem­po­ra­lità
Il 15 dicembre 2011 speri­men­tai, per cir­ca ven­ti­quat­tro ore, l’in­ter­ru­zio­ne del flus­so del tem­po, l’a­tem­po­ra­li­tà. La com­pren­sio­ne del se­gre­to del tri­pli­ce se­gre­to mi per­mi­se di spo­sta­re il con­te­ni­to­re dalla zo­na so­pra l’om­be­li­co nella zo­na dell’om­be­li­co. Quin­di spe­ri­men­tai uno sta­to di di­stac­co to­ta­le dal mon­do: il mio es­se­re era to­tal­men­te pri­vo di qual­sia­si in­te­res­se di ti­po u­ma­no, per­fi­no il mo­vi­men­to e il par­la­re com­por­ta­va­no uno sfor­zo. Si può di­chia­ra­re che spe­ri­men­tai il Nir­va­na ― qui­e­scen­za della men­te ― del Bud­dha, lo sta­to dell’im­mo­bi­li­tà, l’e­ter­no pre­sen­te, l’a­tem­po­ra­lità.
Scalare la Montagna Kadath
Infine, il mago sull’Al­ti­pia­no de­ve sca­la­re la Mon­ta­gna Sa­cra (Ka­dath). E nel far­lo in­con­tre­rà una se­rie di dif­fi­col­tà. Giun­to in ci­ma ve­drà il Gran­de Ca­stel­lo ed en­tran­do in es­so ri­ce­ve­rà nel con­te­ni­to­re ― col­lo­ca­to all’al­tez­za del cen­tro om­be­li­ca­le ― la tri­pli­ce sfe­ra az­zur­ra (theerium li­qui­do az­zur­ro in­ten­si­fi­ca­to) nella se­guen­te se­quen­za: la pri­ma sfe­ra (mor­te) con­glo­ba la se­con­da (im­mor­ta­li­tà) e la se­con­da con­glo­ba la ter­za (vita).
 

1 commento:

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